Il film di Saverio Costanzo In memoria di me, interamente girato a San Giorgio, ha regalato agli spettatori la suggestione di spazi infiniti nella finitezza di un luogo chiuso.

Una piccola isola che allarga i confini geografici, necessariamente ristretti, aprendo le menti a sensazioni struggenti, gode di un privilegio che pochi spazi hanno.
Questo luogo d’incanto ha la fortuna di essere l’isola del sapere, della giusta sintesi tra armonia della forma e della mente, che qui trovano da secoli il terreno ideale per immergersi in speculazioni e confronti dialettici.
L’isola di San Giorgio Maggiore sta vivendo dei profondi cambiamenti, con l’inserimento di una serie di costruzioni che non si aggiungono alle precedenti, ma ne cambiano la destinazione d’uso, consentendo un utilizzo più razionale e consono alle richieste di un centro mondiale di cultura, posizionato nel cuore del bacino di San Marco.
L’esigenza di una nuova forma d’utilizzo dell’Isola nasce dalla consapevolezza di una missione ‘universale’, in grado di rendere San Giorgio un luogo più aperto ed ospitale, capace di attrarre per periodi prolungati studiosi e giovani ricercatori provenienti da tutto il mondo.
Ad essi la Fondazione Cini potrà offrire straordinarie opportunità di confronto e di studio, strumenti di lavoro aggiornati e condizioni di soggiorno funzionali.

Tra le operazioni di recupero più affascinanti c’è il ripristino funzionale della cosiddetta Manica Lunga, un corridoio lungo 128 metri e largo 7, destinato a diventare sede di una delle più suggestive biblioteche del mondo. Immaginate un lunghissimo corridoio con le celle dei monaci dai lati che termina con una trifora che affaccia, quasi ad abbracciarlo, il bacino di San Marco.
Uno spazio che regala emozioni sensoriali, dilatato nelle sue proporzioni uniche. La caratteristica più evidente della Manica Lunga è la prospettiva in uno spazio forte, silenzioso, ascetico e la destinazione a Biblioteca risulta essere la funzione più adatta per spazi di questa conformazione.
L’isola di San Giorgio è un susseguirsi di mirabilia architettonici: importanti interventi di Palladio e Longhena sono combinati insieme in un unicum di ineguagliabile valore.
Ogni luogo della Fondazione Giorgio Cini ha una sua storia. I più noti sono i chiostri ed il cenacolo palladiano, la Manica lunga e la Biblioteca del Longhena.
C'è tuttavia un luogo poco noto che conserva un passato prestigioso e per molti aspetti misconosciuto: la Foresteria della Fondazione, uno spazio costituito da dodici camere, un ampio spazio con funzione di soggiorno e sala da pranzo, nato come salotto privato per gli amici di Vittorio Cini. Il fascino della Foresteria è frutto della miscela esclusiva che compone la sua atmosfera.
Sono pochi i luoghi al mondo che vengono regolarmente frequentati dai "grandi della terra". Ancora meno quelli dove, circondati da oggetti preziosi e mobili d'antiquariato che riflettono il gusto e la sensibilità di un'epoca passata, è possibile incontrarsi ammirando quadri di maestri dell'arte contemporanea del valore di Carena, Severini, Sironi, Vedova.
Pochissimi di questi possono vantare un panorama paragonabile a quello che si gode dalle sue finestre: di fronte alla Salute e a picco sul bacino di San Marco, a destra Palazzo Ducale e Riva degli Schiavoni, a sinistra le Zattere e la Giudecca, sullo sfondo il cielo e le acque di Venezia.
Solo questo luogo al mondo, infine, aggiunge a tali prerogative il fatto di trovarsi su un’isola con oltre mille anni di storia, San Giorgio Maggiore, e di essere sede di una delle più prestigiose istituzioni culturali italiane, la Fondazione Giorgio Cini.
Poi finalmente in isola c’è un bar, con veduta su Palazzo Ducale e San Marco, dove poter godere di un panorama mozzafiato senza mettere in preventivo un salasso…
È avviato il processo di costruzione di una nuova residenza per ricercatori e studenti ospiti: sessanta camere per un totale di 12mila metri cubi, invisibili da Venezia, realizzati - previo concorso di idee fra i migliori architetti - al posto dell'ex officina dei Salesiani, proprio alla fine della Manica Lunga.
Novità del 2007 è la riapertura del Teatro Verde, incredibile spazio teatrale en plein air, sospeso in una dimensione fantastica tra il verde del parco e la Laguna, che senza iperboli si potrebbe definire opera di un alchimista del passato. Da queste premesse derivano alcuni passaggi precisi: l'apertura di un grande cantiere concettuale e operativo sui temi della conservazione, della tutela e della fruizione di questa eredità culturale, utilizzando le nuove potenzialità del digitale; l'avvio di progetti di largo respiro per favorire l'interscambio culturale e scientifico, rilanciare il ruolo di ‘ponte fra culture’ da sempre assunto dalla Cini, e portare a San Giorgio studenti, studiosi e protagonisti della vita pubblica da tutto il mondo; la creazione di nuovi spazi, di lavoro e di ospitalità, per i nuovi utenti; la ricerca di nuove risorse professionali e finanziarie da destinare a questi progetti.
Verrebbe spontaneo di pensare, dato l’immobilismo tipico di Venezia, che San Giorgio sia un’entità distaccata dal resto della città, un’isola del fare e non del parlarsi addosso… L’isola nuova.

 

 

 

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