Un'articolo di Monica Morellato
“Come ho detto, questo castello risulta di molte stanze, alcune poste in alto, altre in basso e altre ai lati. Al centro, in mezzo a tutte, vi è la stanza principale, dove si svolgono le cose di grande segretezza tra Dio e l’anima.”
Nel 1577 santa Teresa d’Avila scrive una delle sue opere più importanti, il Castello Interiore, che contiene una riflessione sul ruolo dell’anima in ogni cammino. L’anima umana è qui paragonata a un castello prezioso, pieno di stanze e ogni stanza rappresenta un passo nel cammino spirituale di ogni fedele. Questo castello è stato ridisegnato in un giardino, a Venezia.
L’appuntamento è in calle Favretti, a lato della stazione ferroviaria, un accesso ai binari laterale, viavai continuo di passeggeri e turisti che trascinano i loro trolley su e giù dalla rampa. Al numero 54, all’ora convenuta, si apre un cancello automatico e il sorriso e la mano tesa di padre Ermanno mi aprono un’altra dimensione. Alla mia destra il Convento e il negozio erboristico, davanti il Centro che ospita la pastorale universitaria, a sinistra un cancello che si apre sul giardino.
Sono ospite dei Carmelitani Scalzi, ordine conventuale presente a Venezia dal 1633 e stabilito a Cannaregio nel 1650 circa:
“comprano terreni e giardini per costruire una chiesa intitolata a Santa Maria di Nazareth (detta degli Scalzi) e un convento per coltivare un grande giardino con orti. Il giardino originario arrivava fino al quarto binario della stazione. Con la costruzione della stazione ferroviaria, il giardino viene espropriato e l’antico convento che si situava su parte dell’attuale piazzale della stazione, distrutto.”
È un fiume in piena padre Ermanno in questo suo prologo prima di varcare il cancello del brolo.
“Si tratta di un brolo agricolo, chiuso da mura, conventuale, uno spazio utilizzato dai frati per la coltivazione, per la meditazione, per la preghiera silenziosa che ha trovato nuova vita dieci anni fa. L’architetto Giorgio Forti lo ridisegna conservando la caratteristica della venezianità del giardino, le mura, e della conventualità del luogo: il progetto prevede la realizzazione di un percorso spirituale attraverso le piante, ispirandosi al testo di mistica cristiana Castello interiore di santa Teresa. Ecco il giardino mistico.”
Il castello è riprodotto nelle alte mura del brolo e le sette dimore del castello sono rappresentate dalle sette grandi aiuole collegate da sentieri di ghiaino. Il percorso comincia dalla porta d’acqua, dalla parte opposta all’ingresso.
“La porta d’acqua con il canale indicano il fossato e la porta d’ingresso del castello- padre Ermanno ha già alzato il chiavistello e la porta si apre- Noi siamo il castello interiore e questa simboleggia la porta della preghiera attraverso la quale entriamo in noi stessi.”
La vite produce il frutto, l’uva da cui si produce il vino. La simbologia richiama al vino e al pane che Gesù usa per donarsi nell’Eucarestia. Teresa dice che Gesù attraverso i frutti della nostra vita si dona di gustare a noi.
Al centro del giardino troneggia un melograno. Vari i significati. La centralità richiama l’albero della vita posto da Dio al centro del giardino dell’Eden. Il melograno, con i suoi frutti succosi ci ricorda l’abbondanza della vita. “Vieni nella cantina interiore…” “ Vieni, insieme gusteremo il succo della melograna” è l’invito rivolto dallo sposo alla sposa nei versi scritti dal poeta e mistico spagnolo Giovanni della Croce, contemporaneo e discepolo di Teresa d’Avila. Come la melagrana ha tanti chicchi succosi, così nel Vangelo ricorrono tanti episodi in cui Gesù ci dona di gustare il succo dell’amore di Dio, questo è il commento spirituale del poeta.
Variano i colori, i profumi, la luce. Ognuno di noi porta negli occhi il suo giardino e nell’intimo la sua esperienza. Per questo motivo a corredo di questo scritto ci saranno solo due immagini, la porta d’acqua e il prato, l’ingresso e l’uscita. Padre Ermanno chiude il cancello del giardino, preme il pulsante di apertura del portone principale e mi ritrovo in calle Favretti, in mezzo al viavai dei turisti che trascinano i loro trolley sulla rampa che li porterà ai binari, in attesa del treno.
Il giardino mistico si può visitare solo accompagnati nelle visite guidate.
Per informazioni e prenotazioni scrive a visitegiardinomistico@gmail.com
Articolo completo disponibile su Ytali
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