L’Arsenale è il simbolo della potenza di Venezia che era stata battezzata ‘il cuore del Veneto’ (1509).
Il primo nucleo dell’Arsenale nasce nel 1104 con un imposizione dello Stato sui singoli carpentieri che fino ad allora avevano lavorato negli ‘squeri’ ovvero i piccoli cantieri cittadini. 

La parola ‘squero’ deriva da squadro, il termine con cui venivano chiamati questi cantieri, forse legato alla difficile arte della costruzione navale basata sulla geometria e sulla matematica. Ma altrimenti si può far derivare la parola da 'sorgier', lo scalo degradante verso l’acqua.
Inizialmente conveniva di più lavorare per i privati, da un punto di vista economico si guadagnava meglio, ma nel tempo essere ‘arsenalotti’ era diventato un grande privilegio, significava essere lavoratori protetti e difesi dalla fame e dalla peste da parte dello stato che li considerava fonte di ricchezza economica e di sicurezza militare.
Nel 1374 l’Arsenale si era assicurato il monopolio della costruzione delle galee, venne addirittura vietato l’acquisto del legname o la costruzione delle imbarcazioni fuori città.
L’arte più importante nell’Arsenale era quella dei ‘marangoni’ che costruivano lo scafo e gli interni dell’imbarcazione, costituivano infatti l’80% dei lavoratori.
Gli arsenalotti lavoravano dall’alba al tramonto, e sebbene le paghe non fossero alte, godevano di benefici aggiuntivi quali alloggi gratuiti, distribuzioni di vino, una sorta di assistenza sanitaria e una tutela particolare contro le malattie e gli infortuni.
La responsabilità tecnica dell’Arsenale era affidata a tre Patroni o detti anche Signori che alloggiavano in tre padiglioni: Inferno, Purgatorio e Paradiso. Questi, dal 1442 dovevano riferire delle loro attività a tre senatori periodicamente.

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