Questo itinerario vi porterà per un'intera giornata al centro del bacino San Marco alla scoperta di due luoghi immersi nel silenzio verdeggiante della laguna che, nel corso dei secoli, hanno rappresentato l'oasi di quiete ideale per il ritiro spirituale e fisico dal mondo di diversi ordini monastici: l'isola di San Servolo, oggi sede della Venice International University e l'isola di S. Lazzaro degli Armeni, tuttora occupata dall'ordine fondatore.
 

1° tappa: (2 h ) Iniziamo questo itinerario partendo da Piazza San Marco, dove, prendendo la linea 20 da San Zaccaria in direzione San Lazzaro, scenderemo dopo una fermata nell'isola di San Servolo, tra San Giorgio Maggiore e San Lazzaro.
Quest'isola è stata di recente recuperata dall'Amministrazione Provinciale di Venezia, che vi svolge iniziative inerenti al proprio ruolo di promozione, valorizzazione e sostegno dello sviluppo del territorio. Ciò che ha spinto l'amministrazione pubblica ad intraprendere gli interventi di restauro e di salvaguardia delle strutture è stato l'obiettivo di trasformare l'isola in un centro di sviluppo culturale, sociale e formativo, in grado di contribuire al rilancio della vita cittadina sia attraverso iniziative che esaltino la vocazione di Venezia al dialogo e al confronto tra culture ed esperienze diverse, sia attraverso manifestazioni che diano risonanza al suo patrimonio storico e artistico.

Il grande complesso di edifici che si trova nell’isola di San Servolo, sede monastica per oltre un millennio e poi fino al 1978 sede dell'ospedale psichiatrico, ospita dal 1997 la Venice International University, un centro internazionale nato per offrire proposte formative di diverse università a studenti stranieri provenienti da tutto il mondo, in un contesto di integrazione e di interscambio culturale.
Da anni a San Servolo si trova anche il Centro Europeo di Venezia per i mestieri della conservazione del patrimonio architettonico, dove ogni anno centinaia di giovani provenienti da tutto il mondo frequentano i suoi corsi rivivendo l'esperienza che quattro o cinque secoli fa offrivano le scuole di Arti e Mestieri del centro storico veneziano, per secoli fucina privilegiata dell’arte europea.
Attraverso la Fondazione San Servolo e l’Istituto per le Ricerche e gli Studi sull’Emarginazione Sociale e Culturale, la Provincia di Venezia si adopera attualmente per la conservazione, la valorizzazione e la fruizione del materiale documentale lasciato in eredità dall’ospedale psichiatrico e per lo sviluppo di ricerche, studi ed iniziative orientate alla conoscenza dell’emarginazione sociale e culturale.
 
Per valorizzare la storia e la memoria dell'isola e dei pazienti che l'hanno abitata, nella primavera del 2006 è stato infatti inaugurato un Museo della Follia, allestito con il materiale rinvenuto nell'isola e che raccoglierà i reperti appartenuti al manicomio di San Servolo, curato dalla Fondazione San Servolo IRSESC.
Nell'isola potete fare la visita guidata gratuita, offerta dalla società San Servolo Servizi, che vi farà visitare il complesso di edifici, tra cui la ricca biblioteca e la chiesa, eretta da Tommaso Temanza nel 1747 e affrescata da Jacopo Marieschi (autore anche degli affreschi nel salone dell'ospedale psichiatrico), dove sono conservate le tre pale d'altare di Francesco Maggiotto rappresentanti la Sacra Famiglia e San Giovanni che abbraccia la croce.
Gli edifici sono affiancati da un grande parco, dove sopravvivono alcuni alberi molto antichi tra cui una palma delle Canarie, che avrete notato appena sbarcati sull'isola, le grandi piante di agave americana, l’altissima palma di Chusan, di origine giapponese, i grandi pini d’Aleppo, protesi quasi fino a terra a causa delle intemperie, e il secolare ulivo.
A testimonianza del passato conventuale dell’isola troviamo traccia di un frutteto rustico, un tempo coltivato da monaci, suore e patri ospedalieri.

Dopo la visita potrete fermarvi a mangiare alla mensa, che propone un pasto completo al prezzo di 10 euro a persona, per poi riprendere il vaporetto per San Lazzaro degli Armeni, oppure  ritornare a San Zaccaria, dove potrete fare una sosta in Riva degli Schiavoni, per mangiare qualcosa al sole o per passeggiare in riva, godendovi il panorama che offre questa parte della laguna centrale.

 

2° tappa: (3 h) Dopo la sosta riprendiamo la linea Actv da San Zaccaria alle ore 15.10 che ci porterà in quella che possiamo definire una vera e propria oasi orientale nel cuore della laguna, a ridosso del Lido e a due chilometri da Venezia.
A San Lazzaro troveremo ad accoglierci sul piazzale davanti all'imbarcadero un melograno, albero nazionale armeno, e un padre Armeno che gentilmente accompagna i turisti alla scoperta dell'isola, dei tesori del suo monastero e della storia del suo popolo.
Nella piccola isola si trova infatti il monastero dei Padri Armeni, nella cui ricca biblioteca, che conserva migliaia di codici e preziose miniature, è possibile ammirare un bell'affresco del Tiepolo, oltre a opere di Palma il Giovane.
Annessa al Monastero sorge la chiesa di San Lazzaro, di origine gotica, ricostruita nel XIX secolo, in cui si svolgono suggestive cerimonie religiose ed il chiostro rinascimentale porticato.
Dopo la visita agli edifici religiosi vi consigliamo di non rinunciare ad una passeggiata nei meravigliosi giardini che li circondano. A sud dell'isola filari di pini riparano dal vento della laguna le preziose aiole di rose che i monaci coltivano gelosamente e con i cui petali continuano a produrre da secoli una particolare e profumatissima marmellata, mentre sul lato nord file di cipressi, ulivi e cedri delimitano il cimitero e il piccolo sentiero che costeggia il muro di cinta, dal quale si gode di una splendida vista sul bacino di San Marco.

 

Cenni storici:

 

Già a partire dal VIII secolo si hanno notizie della presenza dei monaci Benedettini nell'isola di San Servolo.  Quando parte dei monaci si trasferì nell'isola di S. Ilario (ai margini estremi della laguna Sud, ove sorgeva l'omonima abbazia) l'isola fu contesa dai padovani, per la sua posizione strategica, e fu poi abbandonata nel 1430 per la progressiva erosione.
Nel 1109 i Benedettini ancora presenti a S. Servolo lasciarono l'isola per far posto alle suore benedettine provenienti dal monastero dei SS. Leone e Basso abbandonato in seguito alla scomparsa di Malamocco.
All'inizio del '600 le monache si trasferirono altrove e nel 1648 il Senato accolse a S. Servolo le monache provenienti dall 'isola di Candia e ogni ordine seguì i propri riti: rimasto di nuovo deserto il luogo, venne ceduto ai Padri Ospedalieri di S. Giovanni di Dio per i quali la Repubblica fece costruire un nuovo convento, una nuova chiesa e un ospedale per raccogliere i malati di mente appartenenti alle classi nobili che fu successivamente aperto a tutte le classi sociali.
S. Servolo mantenne tale uso fino a pochi anni fa.

Dal XII secolo ospizio per i pellegrini e ospedale, l'isola di San Lazzaro venne in seguito adibita a lebbrosario, da cui prese il nome. Alla fine delle epidemie l'isola accolse dapprima i mendicanti e poi rimase abbandonata fino a quando, nel 1717 la Serenissima la donò all'abate Mechitar, fondatore dell'ordine dei padri Armeni, da cui ereditò il nome che conserva tuttora.
L'isola è ancora oggi abitata dai monaci Armeni, che l'hanno trasformata in un punto di riferimento culturale e religioso per il popolo Armeno.
Particolarmente cara a Lord Byron che vi soggiornò per studiare la lingua armena.

 

Durata indicativa del percorso: una  giornata

 

 

 

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