La gondola è l'imbarcazione veneziana più antica e conosciuta nel mondo, diventata oggi il simbolo più turistico e imperdibile di una Venezia sempre più attrattiva. Sebbene siano passati secoli, la gondola continua a popolare i canali veneziani e a scarrozzare gruppi di chiassosi turisti in cerca di un'emozione da raccontare...
"Gondola" ovvero Arca, o Cassa, dall’antico etimo greco, intendeva forse uno spazio chiuso, protetto, entro il quale stavano custoditi i pochi preziosi averi dei primi abitanti della laguna. Sin dai tempi più antichi la barca è stata l’elemento chiave da cui dipendevano la vita o la sopravvivenza di Venezia.

La famosissima imbarcazione veneziana deriva anche dal latino "Cuncula" ovvero conchiglia: lunga 11 m e pesante 600 Kg, ma facilmente manovrata con un solo remo dal gondoliere. Oltre alla notorietà derivatale dal fascino proprio della città in cui viene tipicamente usata per raggiungere via acqua diverse parti dei sestieri, è tipicamente studiata per le sue particolari caratteristiche costruttive che ne fanno un'imbarcazione unica al mondo.

Ogni tipo di imbarcazione veniva costruita tenendo presente le esigenze imposte dalla struttura dei canali e dalla loro tortuosità, unita alle insidie dei bassi fondali. La mancanza della chiglia e del timone faceva sì che le barche, dal fondo piatto, potessero essere manovrate mediante l’uso di un solo remo, dal barcaiolo che sta in piedi a poppa. Questo uso caratteristico del remo appartiene alla cosiddetta “Voga alla veneta”. Tale tipo di voga è peculiare in tutte le barche veneziane, che possono vantare di possedere un tipo singolarissimo di scalmo detto “Forcola” in veneziano. La “Forcola” è ricavata da un quarto di tronco di legno, di solito il noce, di circa 60 cm di diametro ed ha una forma assai complessa che varia a seconda delle caratteristiche del corpo e dello stile di voga di ogni vogatore. E’ solo sfruttandone appieno la forma che il gondoliere, manovrando il remo con perizia, riesce a imprimere alla gondola qualsiasi direzione di moto. Le forcole vengono tutte costruite a mano, lavorando legni rinomati per la loro elasticità, con l’ausilio di attrezzi che solo esperti artigiani sono in grado di usare.

La struttura della gondola è asimmetrica, con il lato sinistro più largo rispetto a quello destro. L´asimmetria sposta chiaramente il centro di gravità dell´imbarcazione verso il lato destro, comportando un assetto inclinato verso dritta, con una maggior immersione del suo lato destro e, poiché la barca tende a ruotare verso sinistra in virtù della spinta del remo, l´inclinazione a destra contrasta questa tendenza. Il fondo è piatto consentendo di passare anche per fondali di pochi centimetri.

Le gondole vengono costruite negli “Squeri” o cantieri, dove i “Maestri d’ascia” tramandano di padre in figlio i segreti della lavorazione dei legni e la brillantezza dei colori, della dipintura e degli intagli decorativi, essa è fatta di otto diversi tipi di legno pregiato: il rovere, il ciliegio, il larice, il tiglio, il noce, il mogano e l’olmo. Ognuna di queste essenze viene utilizzata per realizzare componenti specifiche della barca, lavorata a mano utilizzando gli attrezzi della tradizione: l’ascia, la pialla, la sega e il martello. Le curvature delle tavole sono ottenute naturalmente bagnando e scaldando il legno con il fuoco. La linea della barca a poppa viene progettata tenendo conto del peso del proprietario e per le misurazioni si usa ancora il piede veneto, il più adatto all’operazione. La gondola ha una curiosa forma a mezza luna, perché poggia sull’acqua solo una piccola parte del suo scafo allo scopo di diminuire l’attrito. E’ inclinata sul fianco destro rispetto al pelo dell’acqua e viene mantenuta in equilibrio dal remo sulla forcola e grazie al gondoliere che, dalla parte opposta, riesce a manovrarla con grande abilità.

Le antiche gondole erano provviste di una copertura arcuata, chiamata “Felze” e decorate da preziose stoffe e tappeti. Per evitare le ostentazioni di ricchezza, i magistrati deliberarono di usare un solo tipo di stoffa per il “Felze”: un panno di lana di colore nero chiamato “Rascia”.

Tutte le gondole poi presentano il "Ferro" di prora, con il caratteristico pettine a sei denti che rappresenta i sei sestieri di Venezia e il "Risso" di poppa che invece rappresenta la Giudecca.
Il caratteristico colore nero le viene da un’ordinanza del Magistrato alle Pompe che mirava a ridimensionare lo sfarzo con cui nobili e ricchi decoravano le proprie barche. Ma è anche una generale caratteristica di tutte le imbarcazioni venete, dovuta all´uso della pece come impermeabilizzante.
Nel 1580 si potevano contare circa 10.000 gondole, oggi in laguna non se ne contano più di 500.

Gli “Squeraroli” facevano parte della Scuola di Arti e Mestieri e la loro sede sorgeva presso la chiesa di S. Trovaso, dove ancora oggi si trova uno squero. Attualmente, solo pochi squeri sono rimasti in attività: Tramontin, Coop. Di S. Trovaso, a Dorsoduro, Crea e Dei Rossi alla Giudecca.

Oltre a questo tradizionale mezzo di trasporto, oggi la navigazione si è modernizzata e velocizzata, e sebbene i turisti siano ancora affascinati dalla gondola e dalla sua placida andatura ondeggiante nei canali di Venezia, i Veneziani usano quotidianamente 'il barchino', per questioni di praticità e velocità.

Oggigiorno vengono utilizzate sia dagli amanti della voga alla veneta che come oggetti di artigianato tipico veneziano da esibire come opera d’arte. Una forcola è addirittura esposta a New York al Metropolitan Museum! I costruttori di forcole si chiamano “Remeri” e oltre a queste costruiscono anche i remi, che la Serenissima continuava a richiedere in enorme quantità. A Venezia sono ormai in pochissimi a continuare la tradizione del suddetto mestiere, tra questi: F. Furlanetto, S.Pastor e P. Brandolisio.

 

 

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